Il piccolo pettorale, aka The silent killer
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Tutti noi poveri climbers sprovveduti abbiamo avuto, chi prima chi poi, un qualche fastidio a livello dell’arto superiore: tralasciando gli infortuni seri e/o di natura traumatica, parliamo di quel dolore dietro o davanti alla spalla, oppure tra le scapole, quel fastidio a livello del gomito oppure al collo. E allora tutti a cercare il prossimo esercizio per rinforzare la cuffia dei rotatori, il miglior stretching cervicale oppure il nuovo protocollo di trattamento per le problematiche ai gomiti.
Tutte cose molto giuste, se non fosse per il fatto che viviamo in un’era di sovrabbondanza di accesso a qualsiasi tipo di informazione medico-riabilitativa, che ci rende dei Google-terapisti e in realtà riduce la nostra capacità di discernere tra buona e cattiva informazione… ma questo è un altro discorso.
Tutte cose molto giuste, dicevamo, accomunate dal fatto che forse, dico forse, ci stiamo dimenticando di un attore silente che spesso fa da comune denominatore a tutte queste problematiche, e molte altre: il piccolo pettorale.
Cos’è il piccolo pettorale
Il piccolo pettorale è un muscolo che connette l’arto superiore al tronco, nello specifico la scapola e la parte posteriore con il petto e la parte anteriore. Ha origine dai margini anteriori di terza, quarta e quinta costa, e va ad inserirsi a livello del processo coracoideo della scapola (che è la piccola sporgenza ossea a punta che trovate se con le dita premete circa a metà strada tra la vostra spalla e la clavicola). Si trova in profondità, sotto il grande pettorale. La sua funzione principale è quella di portare in avanti il moncone della spalla (come quando si vuole dare una spallata a qualcuno davanti a voi) e deprimerlo. Inoltre, svolge una funzione nella respirazione, sollevando le coste.
È un muscolo con un braccio di leva molto vantaggioso, che gli permette di avere facilmente la meglio sui muscoli posteriori della scapola, suoi antagonisti. Rinforzato nella sua azione dal gran pettorale, bicipite e gran dorsale, ha la tendenza a risultare accorciato e poco estendibile.
“Ma io non ho mai avuto male al petto, o nella zona dei pettorali” potrebbe obiettare un climber con dolore alla spalla, gomito o collo. Eppure, premendo con forza nella zona del piccolo pettorale, molti scopriranno quanto può essere doloroso.
Quando si tratta del nostro corpo, non è sempre detto che se abbiamo dolore in un punto, la causa sia lì. Spesso, il tessuto disfunzionale si troverà in quella zona, ma le cause della disfunzione possono essere molteplici. Per problematiche alla spalla, al gomito, e indirettamente anche a dita e collo, il piccolo pettorale gioca spesso un ruolo chiave.
Come riconoscerlo?
Un piccolo pettorale accorciato tende a portare il moncone della spalla in avanti, aumentando la curva del tratto toracico della colonna e spostando il capo in avanti. Questa postura è comune nei climber. Guardando il corpo di lato, la spalla appare avanzata, mentre da dietro le scapole sono distanti dalla colonna vertebrale.
Un altro segnale si può avere sdraiandosi su una superficie dura: se il margine esterno della scapola è staccato dal suolo di più di due dita, potrebbe esserci un accorciamento del piccolo pettorale.
Infine, premendo profondamente nella zona del piccolo pettorale, se risulta corto o disfunzionale, si avvertirà un dolore profondo e sordo, spesso irradiato.
Come trattarlo?
In caso di problematiche dal collo alle dita, è utile considerare anche il piccolo pettorale. Allungare questo muscolo e rinforzare i suoi antagonisti può portare benefici.
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Stretching: Utilizzate una porta e portate il braccio sopra la testa ad un angolo di circa 120° rispetto al tronco, gomito steso. Appoggiate il gomito allo stipite, con il palmo rivolto verso di esso, e portate il petto avanti, distanziando la scapola dalla gabbia toracica. Mantenete la posizione per 60 secondi e ripetete 2-3 volte.
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Rilascio miofasciale: Usate una pallina da tennis o simili, appoggiandola nella zona del piccolo pettorale e premete contro il muro o uno stipite. Mantenete la pressione finché il fastidio si riduce, cercando poi altri punti dolenti.
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Rinforzo: Per stabilizzatori della scapola come il trapezio medio e inferiore, e i romboidi, sdraiatevi pancia in giù. Portate le braccia ai lati del corpo a formare una T, contraendo la muscolatura scapolare. Ruotate le braccia distese con i pollici verso il soffitto, poi sollevatele leggermente e oscillate verso l’alto e il basso.
Conclusioni
Questo articolo evidenzia il ruolo chiave del piccolo pettorale, spesso ignorato nelle problematiche dell’arto superiore. Riconoscere una sua disfunzione e trattarla può essere cruciale, ma una diagnosi accurata da parte di uno specialista resta sempre consigliata.